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Manifesto Solidale Con Gli Anarchici Ed I Movimenti Sociali Del Venezuela

* Manifesto dell'Internazionale di Federazioni Anarchiche a sostegno di quanti oggi in Venezuela si oppongono sia al progetto capitalista burocratico dello 'Chavismo' sia ai suoi oppositori socialdemocratici e di destra.

Nel primo trimestre del 2007, 23 manifestazioni popolari sono state represse dal governo venezuelano e 99 attivisti sono stati incarcerati. Questi dati evidenziano sia il crescente malcontento sia la criminalizzazione delle rivendicazioni sociali nel paese latino americano, realtà occultate dalla propaganda e dalla mistificazione di un regime che si vanta di essere l'avanguardia del 'socialismo del XXI secolo', godendo del sostegno di diversi gruppi e personalità legate alla sinistra autoritaria del mondo intero.

Senza dubbio, coloro che si interessano alla situazione reale degli oppressi e degli sfruttati in Venezuela conoscono le incongruenze e le contraddizioni del governo populista guidato dal militare Hugo Chávez. Lungi dal procedere strutturalmente alla riduzione delle disuguaglianze e all'aumento delle possibilità di sviluppo sociale, il governo regnante a Caracas continua a mantenere una delle distribuzioni di ricchezza più ingiuste del continente, rafforzando inoltre il ruolo, assegnato al paese dalla globalizzazione economica, di fornitore sicuro ed affidabile di energia nel mercato mondiale, avendo le corporazioni transnazionali petroliere come socie e beneficiarie principali dell'azione dello Stato venezuelano.

Dopo 8 anni e mezzo di governo, pur contando sugli elevati prezzi del petrolio e sulle entrate fiscali più alte della storia nazionale, i risultati sociali della politica dello Chavismo sono mediocri, essendo piuttosto più significativa la comparsa di una nuova borghesia parassitaria delle elargizioni statali, la 'borghesia bolivariana'. Secondo statistiche ed informative governative recenti, su 5 milioni di lavoratori il 46,5 per 100 della forza lavoro appartiene al settore informale dell'economia, il 43 per 100 dei lavoratori riceve una remunerazione inferiore al minimo legalmente permesso – poco più di 200 dollari al mese –, 2 milioni e mezzo di persone non vivono decentemente, il 18 per 100 della popolazione soffre di denutrizione, la rete degli ospedali pubblici presenta carenze e limitazioni di ogni tipo, il 90 per 100 della popolazione indigena vive in condizioni di povertà, più di 400 persone muoiono violentemente ogni anno nelle carceri e 15 persone vengono assassinate in media ogni mese dai corpi repressivi dello Stato.

Il governo venezuelano ha tenuto negli ultimi cinque anni un acceso confronto con i settori tradizionali della borghesia locale, confronto che ha favorito una forte polarizzazione politico-elettorale che ha permesso di dividere, immobilizzare e recuperare i movimenti sociali del paese. Qualsiasi critica alla corrotta, inefficace e fraudolenta 'borghesia bolivariana' è qualificata immediatamente come 'al servizio dell'imperialismo' e, con la scusa di ' contrapporsi al golpismo e alle provocazioni reazionarie', si sono promulgate diverse leggi che penalizzano con maggior rigore le manifestazioni di strada e gli scioperi nelle imprese fondamentali dello Stato. Queste misure fanno parte dei meccanismi legali che dal 2006 si sono utilizzati contro le mobilitazioni popolari che, tutte le settimane, danno vita ad iniziative per il diritto alla sicurezza personale, una vita degna, un impiego e condizioni lavorative decenti, cercando di realizzare le proprie rivendicazioni. La risposta governativa è stata: bombe lacrimogene, proiettili di gomma e detenzioni.

Difronte alla truffaldina polarizzazione vissuta nel paese, ed in specifico come risposta al disegno presidenziale di sciogliere partiti e altri gruppi preesistenti per affiliarli nel partito unico dello Chavismo, PSUV, diverse organizzazioni del Venezuela cercano di costruire spazi di autonomia per i movimenti sociali. Tra questi, si evidenzia l'iniziativa dei compagni e delle compagne anarchiche, che con differenti iniziative, come la pubblicazione e la diffusione del periodico El Libertario (www.nodo50.org/ellibertario), costruiscono un'alternativa estranea tanto alle opposizioni socialdemocratica e di destra come al capitalismo di Stato bolivariano. Però questo sforzo anarchico per costruire opzioni e percorsi conseguentemente autonomi implica rischi: El Libertario,per esempio deve scontrarsi con una sistematica campagna di recriminazioni e di discredito da parte di gruppi fittizi pagati dallo Stato, così come con una crescente istigazione contro l'attivismo antiautoritario.

Questo manifesto desidera ricordare a compagne e compagni dentro il Venezuela, così come alle altre organizzazioni sociali autonome di base in questo paese, che possono contare sulla nostra stima, sostegno e solidarietà. Le nostre organizzazioni ed iniziative anarchiche denunceranno, nei limiti delle proprie possibilità, la demagogia e l'incoerenza nascoste sotto il manto della "rivoluzione bolivariana", attivando i meccanismi di sostegno necessario di fronte ad ogni attacco governativo contro le aspirazioni concrete di giustizia sociale e di libertà del popolo venezuelano.

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